L’ATTUALITA’ DELLA CULTURA ARTIGIANA

“Il futuro è artigiano”

Lo profetizzava Philip K. Dick, regista statunitense che nelle sue opere visionarie inseriva spesso come protagonista una sorta di artigiano, abile nel costruire o riparare.

Il lavoro dell’artigiano è stato la base della cultura e dell’economia italiana: oggi questo mestiere può essere riscoperto, può essere riportato alla luce contaminandolo dei “nuovi saperi” tecnologici per poter utilizzare nuovamente questa abilità come strumento di crescita. In effetti, l’artigiano ha sempre innovato e modificato, leggendo i bisogni della committenza: perché, dunque, non portare nuovamente questa figura nella contemporaneità? Qual’è, oggi, il rapporto tra prodotto artigianale e prodotto industriale, tra tecnica e ingegno?

 

            

 

L’artigiano ha, da sempre, avuto un ruolo duplice nella società di qualsiasi epoca: guarda al futuro con il suo spirito innovatore ma non dimentica il passato attingendovi a piene mani in maniera pedissequa; usa la tecnologia non per sostituire il lavoro dell’uomo ma per potenziare il suo operato.

Se da un lato la nostra vita sarà sempre più permeata da tecnologia, informatica e robotica, dall’altro, gia da ora, il mondo del lavoro è caratterizzato dalla crescente richiesta di professionalità basate su competenze umane che le macchine non possono rimpiazzare: manualità, ingegno e creatività. Lo affermano recenti studi sulle tendenze dell’occupazione nei paesi ad alto reddito, secondo i quali l’artigianato e i lavori basati sul “saper fare con le mani” saranno tra le professioni più ricercate del prossimo decennio.

Tra i paesi industrializzati l’Italia gode di un posto “privilegiato” in questo senso, perché vanta la più celebrata tradizione della “bottega artigiana” e l’eccellenza della sua produzione manuale è riconosciuta a livello globale. Il ‘saper fare’ rimane un ingrediente indispensabile per l’intero settore manifatturiero italiano e contaminandolo con i nuovi saperi tecnologici, l’Italia si ritrova tra le mani un formidabile “strumento di crescita e innovazione”.

Quella che si fa strada oggi è una figura ibrida, che ha saputo adattarsi ai cambiamenti della globalizzazione e della tecnologia: sono i cosiddetti “makers”, gli artigiani del digitale. Quelli che amano ideare i propri oggetti da soli per poi costruirli controllando l’intero processo di produzione.

Una figura, quella dell’artigiano “moderno”, che molti davano per scomparsa, per via del consumismo di massa e della tendenza delle aziende a trasferire all’estero la produzione per risparmiare sulla manodopera. E che, invece, non solo non è sparita, ma si sta reimmettendo sul mercato completamente rinnovata, resa ancor più forte dalle nuove tecnologie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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